Enrico Patete, dalla maratona alle ultra con passione
Enrico Patete, nato a Campobasso, 59 anni, lavora come tecnico informatico presso l’Università degli Studi del Molise. Da un po’ di tempo egli nel tempo libero pratica la corsa e partecipa alle gare su strada. Ha completato in appena 4 anni ben 27 maratone e 8 ultramaratone. La 1^ maratona risale al 27.10. 2019 a Venezia con 4h18’49”. Ecco le sue ultra:
2021 L’11 aprile la Strasimeno 58km in 6h12’41”. Il 25 luglio l’Ultramaratona del Gran Sasso 50km in 5h23’27”.
2022 Il 26 giugno la Pistoia-Abetone Ultramarathon 50km in 7h24’04”. Il 31 luglio l’Ultramaratona del Gran Sasso in 5h39’46”. Il 20 agosto 6 ore Stop a Mezzanotte 52km. Il 4 settembre l’Ultramaratona delle Fiabe 50km in 5h50’24”. Il 10 settembre 6 ore Corri a Copertino in 47,420km. Il 18 settembre la 2ì 50km del Gargano in 5h10’13”.
Quando hai cominciato a correre? Ho cominciato a correre nel 2018, dopo una lunga attesa pluriennale di un’operazione chirurgica, che mi impediva di praticare il podismo. Ho praticato nuoto per una decina d’anni. Sono istruttore e bagnino FIN. Ho partecipato ad alcune gare master, nei 50 m stile libero e 100 misti. Nel 2015 mi sono avvicinato al ciclismo. Ho comprato una bicicletta da corsa e ho cominciato a macinare chilometri sulle strade del Molise. Ho partecipato ad alcune Gran Fondo: due volte alla Nove Colli di Cesenatico, una volta alla Granfondo Campagnolo di Roma e al Parco Nazionale di Abruzzo. Ho scalato quattro volte il monte Blochkaus, dal versante di Letto Manoppello. Un’ascesa di 28 km, con pendenza media 7,3% e massima 17%, è tra le salite più dure d’Europa. A ottobre 2018 ho cominciato a prepararmi per la corsa. Dapprima correndo sul tapis roulant in palestra, poi uscite di una decina di chilometri in città. A marzo 2019 la mia prima mezza maratona: la Roma-Ostia. Ricordo l’emozione di entrare in una griglia di partenza stracolma, l’incessante galoppata lungo la via Cristoforo Colombo, l’arrivo sul mare a Ostia. Poi ho cominciato a prepararmi per la maratona. Percorsi più lunghi, fino a raggiungere il limite dei 30km prima e dei 35km poi. Avevo una grande paura: il muro del maratoneta e non completarla tutta di corsa. Consideravo la camminata un disonore. La prima volta provai i 42km in pista e fui murato al 32° km. Quattro giorni dopo ‒ sempre in pista ‒ completai la distanza in 5h15’. Stanchissimo, ma consapevole che era alla mia portata. La prima decisi di correrla a Venezia, il 27 ottobre 2019. Mi piaceva l’idea di correre da un punto a un altro, cioè da Stra a Venezia centro e non circolare, com’è di solito. Da Mestre, quando era ancora buio, la navetta mi aveva condotto a Stra, a 42 km da Venezia. Il the caldo offerto dagli alpini, una passeggiata nella magnifica Villa Pisani e poi in griglia di partenza, con il fiume Brenta a destra. Era una bella giornata di sole, piena di luce. L’inno nazionale e lo sparo. Ricordo la galoppata lungo la riviera del Brenta, con le splendide ville veneziane sull’argine, il pubblico festante che ci incitava a gran voce e percuotendo tamburi, fischietti e pentole, le band musicali ogni paio di chilometri che ci suonavano la carica, i ristori ben forniti che mi rifocillavano ogni 5km. Poi la mezza nella zona industriale di Porto Marghera. Qui il paesaggio diventa brullo, la campagna scarna ed essenziale, coi capannoni dislocati qua e là. L’ingresso a Mestre verso il 30°km, il transito nel pittoresco quartiere T9, il centro città gremito di gente e tifo scatenato. Poi una zona periferica, silenziosa e appartata e infine il Parco San Giuliano, verde brillante e scaldato dal sole autunnale. Al 32°km imbocco il Ponte della Libertà, che unisce Mestre a Venezia. Un rettilineo di 4km, di cui non si vede la fine. Qui vedo parecchi podisti in preda ai crampi o a terra per sfinimento. Lo sconforto mi assale e sento la stanchezza per la prima volta. M’impongo di non camminare. La prima maratona non bisogna sbagliarla. Il ricordo resta per sempre. Al 36°km il ponte finisce e in lontananza il miraggio del grande Emil Zatopek, il mio maratoneta custode, lì che mi aspetta. Entro nell’area portuale di Venezia con nuova energia. Ormai mancano 5km e tra poco troverò i temuti 14 ponti. Li supero di slancio, compreso il bellissimo ponte di barche. A un certo punto sento un clamore da lontano e il percorso va proprio in quella direzione. E’ al 40°km che ci fanno fare il giro d’onore a Piazza San Marco, traboccante di turisti, che ci spronano verso il traguardo. L’arrivo a Riva dei Sette Martiri è con le lacrime agli occhi.
Un giorno mia nipote mi domanderà: «Zio, perché hai corso la tua prima maratona a 56 anni?». Risposta: «Perché prima pensavo che fosse impossibile».
Disciplina praticata. Strada, corsa in montagna, pista raramente.
Pratichi stretching, ginnastica, mobilità articolare, palestra, andature/esercizi di tecnica di corsa, yoga, ginnastica posturale individuale, circuit training, ecc.? No.
Allenamenti settimanali 5.
Ore settimanali di allenamento. 12-14 a seconda dei percorsi.
Chilometri settimanali Min 70 max 100km.
Com’è il tuo allenamento? Collinare.
Gare annuali. Maratone e ultra.
La gara più bella La maratona di Venezia.
Hai un diario in cui annotare programmi, allenamenti, gare, test? No.
Quante e quali scarpe possiedi per allenamento e gare? Hoka Bondi 7,
Saucony Ride 14, Brooks Glycerin 16, Mizuno Rider 22.
Cosa ti ha spinto/a a diventare “ultramaratoneta”? Perché posso correre e viaggiare contemporaneamente.
Ti piace il trail running e perché? No, temo di farmi male.
Le gare dei Grand Prix IUTA di Ultramaratona e UltraTrail sono ben organizzate? Alla perfezione.
Quali siti frequenti abitualmente? Social, sport e informazione.
Come ti alimenti abitualmente? Pasta e latticini. No carne e pesce.
Assumi integratori alimentari? No.
Le tue scelte dietetiche sono suggerite dal medico, dal dietologo, da riviste, personali o altro? Non so cucinare.
La tua alimentazione è onnivora, vegetariana, vegana, crudista, macrobiotica o altro? Principalmente carboidrati e proteine del latte.
Nella scelta dei cibi vegetali preferisci quelli provenienti dall’agricoltura tradizionale, integrata, biodinamica o biologica? Quelli del supermercato.
In che forma introduci liquidi nel tuo organismo: Acqua di rubinetto, acqua minerale, tisane, bevande varie, bevande per sportivi, quella contenuta in alimenti quali frutta e verdura? Acqua minerale frizzante.
In una competizione sportiva introduci liquidi e/o cibi solidi e in quale quantità? Bevo 2 litri di acqua o the il giorno prima. La sera primadella maratona, pasta o pizza. In gara acqua, sali, 1 o 2 gel, fruttae biscotti ai ristori.
In una dieta ottimale in quale percentuale dovrebbero essere rappresentati glucidi, lipidi e proteine? Rispettivamente 60%, 30%, 10%.
Oltre alla tradizionale visita per certificato medico sportivo agonistico, ti sottoponi ad altre indagini come esami del sangue periodici e con quale frequenza? No.
Sei soggetto incorrere nel problema dell’anemia? No
Con quale frequenza controlli il tuo peso corporeo? Mai.
Riesci a mantenere un peso corporeo che consenta di sostenere un’attività sportiva o sei soggetto/a ingrassare o dimagrire? Tendo a ingrassare.
In caso tu abbia aumentato o diminuito il peso corporeo, quali provvedimenti adotti? Elimino dolci e gelati dal fine pasto.
Hai mai fatto un esame impedezometrico per il rilevamento di massa grassa, massa magra, massa muscolare, metabolismo cellulare, ecc.? Lo ritieni utile questo esame ai fini del tuo allenamento e rendimento sportivo? Sì, ogni anno alla visita medico sportiva. A volte è ottimale, altre volte meno.
Alcune note da aggiungere? Bpm riposo 51, pressione 110/70.
Ho la Sindrome di Asperger, ma sono tesserato con la Fidal e non con la FISDIR. Penso che gli autistici abbiano le gambe buone e non c’è bisogno di categorie speciali.
STEFANO SEVERONI