L’allenamento
Nel mondo sportivo esistono numerose definizioni di allenamento. Il termine deriva da lena = fiato, respirazione + prefisso a(d)[1]; esso etimologicamente significa “acquistare lena”, cioè fiato; ma tale definizione è incompleta, in quanto esamina solamente un elemento: la prestazione fisica.
Una definizione inglese a carattere empirico lo intende come “un mezzo per dare fiato”, frenare il cuore, togliere il grasso e l’acqua superflua, aumentare la forza muscolare.
La Cava così definì l’allenamento:
«La ripetizione periodica di un determinato lavoro al fine di aumentare l’entità, perfezionandone l’esecuzione ed evitando l’insorgere della fatica».
Mosso fornì una definizione di carattere scientifico:
«L’allenamento è un’istruzione incosciente del sistema nervoso che insegna a contrarre i muscoli nella giusta misura allo scopo di sciupare meno energie».
La definizione più appropriata, perché più completa, esatta e precisa del termine allenamento, o meglio del concetto di allenamento, è quella espressa, nel 1969, dal professor Carlo Vittori:
«L’allenamento sportivo moderno è un processo pedagogico educativo complesso che si concretizza nell’organizzazione dell’esercizio fisico ripetuto in quantità e intensità tali da produrre sforzi progressivamente crescenti, che stimolino i processi fisiologici di adattamento e sovracompensazione dell’organismo, per favorire l’aumento delle capacità fisiche, tecnico-tattiche e psichiche dell’atleta, al fine di esaltarne e consolidarne l’allenamento in gara».
La frase «è un processo pedagogico educativo complesso» sta a indicare che tutto il procedere dell’attività – sin dai primi approcci in età giovanile – deve avere contenuti di studio e risoluzione di interventi finalizzati a stimolare il giovane a “trarre fuori” il meglio delle proprie capacità.
L’espressione «che si concretizza nell’organizzazione» racchiude il significato dell’aspetto della programmazione o più in specifico della ciclizzazione dell’allenamento stesso.
Dalla definizione risulta che i compiti dell’allenamento sono essenzialmente 3:
- l’aumento e il miglioramento delle capacità fisiche;
- il miglioramento della tecnica e della tattica;
- il miglioramento delle capacità psichiche.
Le qualità fisiche sono:
1) la resistenza, cioè la capacità di sopportare a lungo uno sforzo senza scadere il ritmo iniziale, che si distingue in:
a) generale o aerobica o “endurance”;
b) specifica o speciale o lattacida anaerobica;
2) la forza,cioè la capacità di vincere una resistenza, che si divide in:
a) forza isotonica;
b) forza esplosiva;
c) forza elastica.
3) la velocità,cioè la rapidità di esecuzione di un movimento per spostare il proprio corpo (corse e salti) o un oggetto (lanci);
4) la mobilità articolare,ossia la capacità di eseguire dei movimenti alla massima escursione articolare;
5) la destrezza,cioè l’abilità gestuale, ovvero la capacità psicofisica di affrontare situazioni e risolvere problemi richiedenti particolari abilità.
L’allenamento si divide in:
a) aerobico:è l’allenamento effettuato aintensità comprese tra la Soglia Aerobica e la Soglia Anaerobica di un determinato soggetto;
b) anaerobico:è l’allenamento effettuato a intensità al di sopra della Soglia Anaerobica, avente lo scopo dello sviluppo dell’efficienza cardiovascolare. Si divide in lavori di: capacità anaerobica e potenza, consistenti in esercitazioni su prove ripetute a velocità medio-alta, sub-massimale e massimale, con recupero incompleto o completo. I parametri variabili sono:
– distanza da percorrere;
– tempo di percorrenza;
– pausa o tempo di recupero;
– numero delle prove, differente da soggetto a soggetto.
Nella costruzione di un piano di allenamento devono essere considerati i seguenti criteri:
a) alternanza tra carichi di diverso tipo;
b) alternanza tra carico e recupero;
c) progressività nella quantità di lavoro;
d) alternanza tra sedute con carichi intensi e sedute con carichi ridotti;
e) alternanza tra settimane con carichi intensi e settimane con carichi ridotti;
f) consapevolezza, intesa come capacità di essere al corrente delle finalità dell’allenamento.
La pratica dell’allenamento è la ripetizione di tecniche e abilità (skill), spesso consistenti nell’intero contesto di una gara, al fine di migliorarle. Le condizioni di pratica dell’allenamento che risultano più efficaci sono quelle che riproducono le condizioni di gara.

BIBLIOGRAFIA
AA.VV., Dizionario etimologico, RusconiLibri, Santarcangelo di R. (RN) 2002, 53.
KENT M., Dizionario Oxford di medicina e scienza dello sport, Ed. italiana a cura di BELLOTTI P., Il Pensiero Scientifico Editore, Roma 1996, 22-23; 395.
PERRONE L., Teoria e metodologia dell’allenamento sportivo moderno con particolare riferimento all’atletica leggera, Edizioni «Aelle», Roma 1983.
VITTORI C., La pratica dell’allenamento, Centro Studi & Ricerche FIDAL, Roma 2007.
[1] Cfr. “Allenamento; “Allenare”,in Dizionario etimologico, RusconiLibri, Santarcangelo di R. (RN) 2002, 53.