Corsa su strada
Nel Regolamento Tecnico Internazionale di Atletica Leggera versione italiana, nella Sezione VII – Corse su Strada 55. Corse su Strada (Regola 240) Percorso è scritto: «Le gare debbono svolgersi su un percorso stradale. Qualora il traffico o circostanze simili lo rendano impossibile, il percorso, debitamente segnato, può essere tracciato su una banchina per ciclisti o su un marciapiede lungo la strada, ma non su terreno soffice, come su strisce erbose o simili. La partenza e l’arrivo possono avvenire all’interno di un impianto per atletica.
Nota (i): Si raccomanda che, per le Corse su Strada organizzate su distanze standard, i punti di partenza e di arrivo, misurati in linea d’aria, non siano distanti tra di loro più del 50% della distanza della corsa. […]
Nota (ii): È da considerarsi accettabile che la partenza, l’arrivo e altri settori della gara avvengano su erba o su altra superficie non asfaltata. Tali settori devono essere ridotti al minimo». (55.2).
Cerchiamo di fare qualche considerazione sul fondo stradale in questa specialità dell’atletica tanto frequentata ai nostri giorni. Il requisito fondamentale è che il fondo del terreno sia “duro” e “percorribile”.
La pavimentazione stradale
Il sostantivo strada deriva dal latino tardo strata, agg. che significa lastricata, part. pass. del verbo sternere = lastricare, da una radice *ster-, pertanto via strata significa via lastricata. Il vocabolo è utilizzato per indicare lo spazio di terreno adibito al transito di veicoli e persone.
La pavimentazione stradale è la parte più superficiale della strada. Il pavimento stradale è formato da una miscela di aggregati e di leganti. Nel caso il legante sia il bitume, la pavimentazione sarà in conglomerato bituminoso. Il pavimento stradale deve resistere a grossi carichi concentrati, al fenomeno dell’usura, al degrado da parte di agenti fisico-chimici, alle dilatazioni termiche e deve al contempo permettere un’ottimale aderenza degli pneumatici dei veicoli transitanti. Pertanto il pavimento stradale è sovente sottoposto ad attività di manutenzione: il caso più frequente è la sostituzione dello strato di asfalto, una volta che si è deteriorato; ma c’è altresì il problema della neve e del gelo.
Tipi di pavimentazione
Le pavimentazioni stradali hanno diverse denominazioni e peculiarità a seconda del tipo di materiale impiegato.
Asfaltata
Il sostantivo “asfalto” deriva dal gr. ásphaltos, di origine semitica, nel lat. tardo asphaltus traduceva bitumen, bitume della Giudea, voce d’origine semitica. Esso è stato utilizzato per indicare sia il bitume sia la roccia calcarea impregnata di bitume. Nel 1951, perciò l’Associazione internazionale permanente del congresso della strada decise di dare tale nome a miscugli naturali o artificiali di bitume asfaltico e materiali minerali inerti. Il bitume può essere d’origine animale o vegetale o derivare da petroli per ossidazione, distillazione o cracking. Il suo impiego più importante è nella pavimentazione stradale. La superficie d’usura – chiamata altresì “tappeto di usura” – è costituita da uno strato di conglomerato bituminoso a granulometria fine stabilita in base alle stime di degrado del manto nonché alla frequenza degli interventi di rifacimento del medesimo. L’asfalto è un esempio di materiale che non si sfalda, ossia un materiale corrente. La maggior parte delle gare di corsa su strada si svolge proprio sull’asfalto. La sua consistenza facilita il mantenimento del ritmo di corsa. Ma si deve osservare che c’è asfalto e asfalto, ovvero molto dipenderà dalle condizioni di maggiore o minore deterioramento dello stesso. In caso di asfalto nuovo la superficie sarà regolare, la capacità di ammortizzare l’impatto al momento dell’arrivo del piede a terra scarsa o nulla, attrito piede superficie buono e buona la coerenza del materiale. Su un fondo duro e regolare come quello della strada, l’appoggio è uguale passo dopo passo, per cui articolazioni, tendini e muscoli sono stressati nel medesimo punto, con conseguente aumento del rischio d’infortunio.
Mentre per l’asfalto vecchio, la superficie sarà variabile, la capacità d’ammortizzare l’impatto al momento dell’arrivo del piede a terra meno buona e buona la coerenza del materiale che costituisce il terreno, ovvero il legame fra gli strati superficiali e quelli profondi.
Per chi si allena d’abitudine su questo tipo di fondo, sarà necessario che si procuri un paio di scarpe da corsa ben ammortizzate e non usurate. Nel caso che la superficie dell’asfalto sia a dorso di mulo, ovvero con le parti laterali in discesa, si avrà un’asimmetria nel gesto della corsa.
Basolato lavica
Con il termine basolato s’indica una pavimentazione stradale costituita da basoli, masselli di pietra di origine eruttiva. Basolato lavica è un’antica tecnica di pavimentazione della strada con l’utilizzo di lastre laviche.
Bianca
La superficie d’usura è costituita da uno strato di breccia e da un legante più debole rispetto al bitume. Tale tipologia di pavimentazione permette il transito pure in presenza di strade a pendenza elevata oppure coperte da uno spesso strato di neve; inoltre, per via della sua struttura assai drenante, rari sono i casi di formazione di ghiaccio.
Cemento
Il cemento è sostanza polverulenta la quale, mischiata con acqua ed eventualmente ghiaia, sabbia o pietrisco, fornisce un impasto che indurisce, formando blocchi compatti o legando fra loro solidi diversi. È utilizzato per la pavimentazione dei marciapiedi. Il cementoè un materiale assai duro e non va bene correrci sopra troppo spesso o troppo a lungo, senza scarpe adeguatamente ammortizzate. L’unico aspetto positivo del correre sui marciapiedi in cemento, è che si hanno inferiori probabilità di essere investiti da un’autovettura o motoveicolo, rispetto al correre su strada.
Pavé
Il vocabolo deriva dal fr. pavé, part. pass. di paver = lastricare”, che è dal lat. pavire = pavimentare e significa “acciottolato”. Si tratta di un’antica tecnica di pavimentazione stradale con l’impiego d’uno strato in pietra di piccole dimensioni. È assai frequente nella Francia nord-orientale e nel Belgio.
Pista ciclabile
Il fondo stradale di una pista ciclabile può essere costituito da questi diversi materiali: a) asfalto; b) calcestruzzo drenante; c) mattonelle autobloccanti; d) sentiero, terra battuta o sterrato, sovente livellato mediante posa di ghiaia; e) altri tipi di fondo con materiali innovativi per esempio, non bituminosi. Le piste ciclabili sono in genere situate al margine della sede stradale e sovente sono realizzate su un unico lato della strada, nel qual caso di solito sono bidirezionali, in sede propria o contigue al marciapiede. Le piste ciclabili in sterrato regolare e compatto nonché i sentieri, hanno caratteristiche e problematiche simili all’asfalto, benché in maniera inferiore. Il fondo stradale dovrebbe essere possibilmente senza buche e scalini.
Porfido
Il porfido è una roccia vulcanica effusiva a struttura porfirica e a composizione variabile. Esso è impiegato per la pavimentazione stradale. Dal momento che il vocabolo denota una particolare struttura e non una specie petrografica, in genere è accompagnato da un aggettivo che precisa la natura della roccia; per esempio, porfidi granitici, porfidi quarziferi.
Sampietrini
È un’antica tecnica di pavimentazione della strada con l’impiego d’uno strato di blocchetti di basalto denominati sampietrini/sanpietrini. Ne esistono di diversi tipi e dimensioni. Il sampietrino è stato usato per la prima volta al tempo di papa Sisto V (1585-90). Da allora fu largamente impiegato, soprattutto con papa Clemente XII (1758-69), per lastricare tutte le strade principali di Roma, in quanto la sua struttura – meglio degli altri lastricati esistenti – permetteva il passaggio dei carri. La peculiarità di questo tipo di pavimentazione è di non essere cementata, ma soltanto posata e poi battuta su un letto di sabbia e/o pozzolana; il che le conferisce elasticità e capacità di coesione e adattamento al fondo stradale. I suoi lati negativi sono che non garantisce un terreno uniforme e, in caso di pioggia, può diventare piuttosto scivoloso; altro lato negativo è il fatto di presentare una superficie poco regolare, quindi poco confortevole.
Selciato
Termine generico con cui s’indica una superficie esterna pavimentata con selci e pietre.
Terra
Le “strade di terra”, denominate “strade sterrate”, sono le più economiche a realizzarsi, ma perdono facilmente la loro consistenza soprattutto in presenza di piogge abbondanti. Si trovano soprattutto nelle zone extraurbane, le cosiddette “strade di campagna”, all’interno di campi coltivati, zone boscate o deserte.
Azione della corsa nella diversità dei terreni
È ovvio che la tecnica di corsa e la prestazione sarà influenzata dal tipo di terreno sul quale si corre.
Bisognerà considerare almeno quattro caratteristiche per valutare il fondo sul quale si compie il gesto tecnico della corsa:
Per quanto concerne la fase di appoggio:
– la regolarità della superficie; se è liscia e piatta, l’arto inferiore sarà sottoposto a sollecitazioni minori rispetto alla superficie irregolare;
– l’ammortizzazione dell’impatto.
Per quanto riguarda la fase di spinta:
– l’attrito fra le calzature e la superficie del terreno;
– l’attrito tra gli strati superficiali e quelli profondi; l’asfalto è un materiale che non si sfalda, ossia un materiale coerente.
Anche i fattori climatici hanno un’incidenza: per esempio, in caso di pioggia, di neve, di ghiaccio, la superficie comporterà una dispersione di energia. A seconda del tipo di terreno ci saranno diverse sollecitazioni laterali nell’azione di corsa.
BIBLIOGRAFIA-SITOLOGIA
AA.VV., DEI, Vol. I, Roma 1955, 693.
‒, Dizionario etimologico, RusconiLibri, Santarcangelo di R. (RN) 2003, 92, 960.
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