Marco Visintini: il “demolitore” torna all’UMF Venice per abbattere un altro muro
“Io non sono un professionista. Lavoro in una fabbrica di sedie e poltrone: dopo le mie 8-9 ore, prendo ed esco a correre. Consumo in media almeno un paio di scarpe al mese e poi le butto, non le uso più nemmeno per scherzo. Vado e spesso mi capita di farlo passando il confine con la Slovenia. Mi trovo a mio agio con le distanze lunghe più che con le corte. E pensare che furono degli amici a dirmi ‘prova con l’ultramaratona’. Tabelle e alimentazione? Ci ho provato, ma non mi porta bene: bevo la birra e non sto lì a pensare cosa dover mangiare, anche perché consumo ovviamente molto. Io vado, anche nelle gare, senza pensarci. Io non sono un professionista: sono i professionisti semmai che devono preoccuparsi di me”.
Marco Visintini è un uomo di frontiera. Fisicamente, perché dalla sua Cormons nel goriziano, alla terra slovena, sono proprio due passi. E mentalmente, perché non si è fatto pregare molto per fare il salto oltre il confine delle maratone, ascoltando le persone che credevano in lui. Con risultati che in meno di due anni hanno abbattuto ogni barriera ragionevole, vista l’anagrafe: 46 anni. 47 il prossimo settembre. Marco inizia a correre a 30 anni. Ma da quando ha approcciato i circuiti ultra, non perde un colpo: al suo esordio nel 2021 diventa campione italiano delle 24 ore (245,193 km). Poi nello stesso anno vince a Brugg e si migliora di 18 km. Nel 2022 fa prima una tripletta di antipasto: 1° nella nostra Ultramarathon Festival Venice, 1° della 12 di Cinisello, 1° alla 100 km di Asolo. E poi sfodera una medaglia di bronzo agli Europei di Verona, stabilendo il nuovo primato nazionale con 288,437 km. È un demolitore.
Anche a vederlo all’opera ha l’andatura del caterpillar. Una sfinge che pesta a ripetizione. Fa soggezione, ma poi basta una pinta di birra, di quelle che posta sui social, per farlo tornare dentro i confini di un mondo fatto di sorrisi tra amici. Non tutto però è scontato o facile. All’UMF Venice 2022 lui stesso racconta momenti di profonda crisi: “il caldo eccezionale fece molte vittime, anche eccellenti. La gara partì alle 9 del mattino e ricordo che quelle temperature mi costrinsero a un certo punto a rallentare. Addirittura a fare un paio di giri camminando. Ero sul punto di abbandonare ma poi mi ripresi e vinsi”.
Quello fu un capitolo che confermò tutta la forza di questo atleta. A 12 mesi di distanza, Marco Visintini ha deciso di tornare sul circuito di Parco San Giuliano. Una scelta ponderata. Con una premessa: a Verona, in occasione del record italiano che gli valse il podio europeo, ha stabilito il suo PB sulle 12 ore. Uno ‘split’ che però necessita di conferma diretta. Marco la cercherà proprio nella nostra 12 ore. Per migliorare quei suoi 149,597 km. Per abbattere il suo limite, con un occhio che guarda al record italiano: quello di un altro grande come Enrico Maggiola: 154,419 km.
È una sfida che ci onora e che rende la 3^ edizione di Ultramarathon Festival Venice ancora più entusiasmante.
Benvenuto nuovamente, Marco!