La spiegazione del noioso male al fianco
All’inizio di una corsa o quando vi sono continue variazioni di ritmo oppure quando si corre su un terreno accidentato o a causa di piccoli urti dei piedi sul terreno di una discesa, spesso si accusa dolore a uno dei due fianchi. Tale fastidio è dovuto alla richiesta di globuli rossi dalla milza e di glicogeno dal fegato o alle sollecitazioni meccaniche prodotte dalla corsa. In questo caso può essere utile ricorrere a un atto respiratorio più ampio, accentuando la fase di “spremitura” attraverso un’azione forzata dei muscoli addominali. Ciò esercita un massaggio agli organi viscerali e dopo un certo numero di atti respiratori di tale portata, il dolore tende a scomparire. In caso contrario è bene fermarsi, perché il dolore potrebbe essere la spia di una congestione al fegato o alla milza. Quante volte ci accorgiamo, accingendoci a sollevare un peso, di fare un atto inspiratorio prima di partire per l’esecuzione? In effetti l’aria immessa nei polmoni crea un blocco solido della gabbia toracica in modo che i muscoli che debbono eseguire l’esercizio, possano agire trovando l’appoggio su di essa. Tale blocco respiratorio richiede, per la forte pressione intratoracica, un’espirazione progressiva e rapida man mano che diminuisce la resistenza esterna (cioè verso la fine del movimento) onde evitare forti sbalzi di pressione intratoraciche, che potrebbero causare danni all’apparato cardiovascolare. La stessa cosa, ma in maniera inferiore, lo si ha a una partenza veloce e in tutte le altre situazioni che esigono un solido appoggio, perché i muscoli possano esprimere esplosività. Chi, per esempio, non ha mai sentito l’urlo di un marciatore nella conclusione del suo sforzo? La differenza fra un campione e un normale atleta nelle specialità di resistenza non consiste nella grande capacità di ventilazione polmonare, ma nella capacità di utilizzare il massimo volume di ossigeno, quindi migliori caratteristiche biochimiche, enzimatiche, di trasporto di ossigeno, di distribuzione nei più intimi recessi del muscolo (capillarizzazione), di perfusibilità delle membrane alveolari e a livello dei tessuti muscolari, ecc. Assume pertanto particolare importanza il numero di globuli rossi, la loro giovinezza, la loro plasticità e la loro capacità di trasporto (emoglobina e ferritina).
CAZZETTA A., Un bel respiro e via, in Correre (1992), 110, 74.