E tu, come respiri: col naso o con la bocca?
Diciamolo chiaramente: la bocca è l’organo della masticazione mentre il naso è l’organo della respirazione e non solo. Nel pranayama, branca dello yoga che si occupa proprio della respirazione, il naso rappresenta il principale organo di assorbimento del prana, la cosiddetta energia vitale. Tradizionalmente si dovrebbe usare solo il naso, ma è ovvia possibile utilizzare anche la bocca durante la fase di espirazione. In base alla mia esperienza, cerco di adattare la tipologia di respirazione a seconda della finalità: una cosa è imparare a respirare, altra cosa è imparare a gestire la respirazione, altra cosa ancora fare in modo che il destinatario del messaggio possa capire cosa sta facendo.
E tu come respiri con il naso o con la bocca?
Più volte in questi anni mi sono ritrovato a parlare dell’importanza del naso e della bocca e della loro funzione nella quotidianità, dal punto di vista medico e nella gestione sportiva.
Se madre natura ci ha dotato del naso, evidentemente ci deve essere una spiegazione logica. Per alcuni è normale respirare attraverso la cavità orale, ma non esiste niente di più sbagliato e questo sin dalla più tenera età. Se credete che respirare dalla bocca sia “normale”, provate a pensare di mangiare con il naso.
Chiaramente, vista l’importanza del respiro per la sopravvivenza, la natura, che non ci ha dato un organo di riserva per mangiare, ci ha dotato di un organo di riserva per la respirazione: la bocca. Ricorrere all’organo di riserva anche in situazioni normali è del tutto innaturale se non patologico.
Fate un piccolo test: davanti a uno specchio, appoggiate la mano sul petto, e provate a fare un respiro di media intensità attraverso la bocca; quindi, ripetete l’operazione usando il naso. Sono quasi sicuro che respirando attraverso la bocca avrete mosso la parte alta del busto, quella toracica, mentre respirando attraverso il naso avete mosso quella bassa, addominale.
La respirazione che sfrutta la parte alta del torace ha maggiori probabilità di essere associata a una reazione di stress, mentre quella nasale è composta da respiri regolari, calmi, costanti, che partono dal diaframma. Un errore piuttosto comune consiste nel fare un respiro profondo gonfiando il petto e sollevando le spalle. Per tenere a bada lo stress, i respiri devono essere profondi e bassi, cioè addominali, leggeri, silenziosi e molto regolari.
È stato dimostrato che respirare con la bocca determina respiri più frequenti, ma riduce l’apporto di ossigeno al sangue arterioso. È abbastanza frequente riscontrare che le persone che abitualmente lamentano spossatezza, difficoltà di concentrazione e sbalzi d’umore sono “respiratori orali”.
Allora cerchiamo di riassumere i reali vantaggi della respirazione nasale:
Il naso oppone circa il 50% di resistenza in più al flusso aereo rispetto alla bocca, ma determina un apporto di ossigeno stimato dal 10 al 20% in più.
Il naso scalda e umidifica l’aria in entrata.
Il naso purifica e filtra l’aria attraverso un’azione antibatterica.
Il naso stimola la produzione di ossido nitrico, un gas essenziale per la salute.
L’ossido nitrico (NO) o monossido di azoto, che fino agli anni Ottanta del secolo scorso era considerato tossico e dannoso per l’ambiente, venne proclamato nel 1992 dalla rivista Science «molecola dell’anno» e nel 1998 il biochimico statunitense Louis Ignarro, che aveva condotto numerosi studi sui benefici di questo gas, vinse il premio Nobel. Il monossido di azoto ha una funzione rilevante nella respirazione e negli esercizi che richiedono di trattenere il fiato.
Viene prodotto nelle cavità nasali e nelle pareti interne (endotelio) dei vasi sanguigni, e viene trasportato nelle vie aeree inferiori e nei polmoni proprio attraverso la respirazione nasale. Il monossido ha un ruolo importante nella regolazione dei vasi sanguigni, aiuta a prevenire l’ipertensione, abbassa il colesterolo, mantiene le arterie flessibili, riduce il rischio di trombosi, infarto e ictus.
Una manciata di salute in un solo respiro!
Infine una curiosità, soprattutto per chi invece vuole un’azione antistress: canticchiando a bocca chiusa si può aumentare la produzione di monossido di azoto attraverso le cavità paranasali (seni frontali, mascellari ed etmoidali). In un articolo pubblicato sull’American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine, gli autori spiegano come produrre suoni senza il coinvolgimento della bocca faccia aumentare fino a quindici volte la produzione di NO.
E tu, come respiri: col naso o con la bocca?
Dott. MIKE MARIC