Statistiche web 22 giugno 2002: un giorno da ricordare! - IUTA Italia

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Associazione Italiana Ultramaratona e Trail

Gare di ultramaratona

22 giugno 2002: un giorno da ricordare!

Domenica 22 giugno 2002 a Torhout in Belgio in occasione dei Campionati Mondiali IAU di 100 km su strada, la squadra italiana di ultramaratona ha conosciuto un giorno di gloria. Mario Fattore, 27 anni, residente a Villa Romagnoli, frazione di Mozzagrogna (Chieti), ha vinto la prova maschile con il crono di 6h34’23” e MPI, con 5’10” di vantaggio sul russo Igor Tjazhkorob. Grazie altresì al 29° posto dell’abruzzese Enrico Vedilei (7h27’42”) e del 39° di Claudio Bellisario (7h42’33”), la squadra italiana maschile si è classificata al 3° posto nella classifica per nazioni in una prova vinta dallo squadrone russo, davanti al Belgio e con ben 13 prestazioni sotto le 7 ore.

In campo femminile, vittoria per la russa Tatyana Zhyrkova (7h37’42”) davanti alla giapponese Akiko Sekyia (7h38’04”) e alla lecchese Monica Casiraghi, classe 1969 (7h40’00”). Per la squadra italiana femminile un onorevole 5° posto nella classifica per nazioni, vinta anche qui dalla Russia, con al 2° posto la Francia e al 3° USA. Per l’Italia, oltre il 3° posto della Casiraghi, si registrano il 24° di Elvira Zoboli (8h55’22”) e il 37° di Lorena Antonietta Di Vito (9h50’40”) con 40 classificate, rispetto ai 138 uomini, per un totale di 178 finisher nella gara denominata 23^ Notte delle Fiandre. Monica ha accusato problemi intestinali all’85° km e così due atlete l’hanno preceduta sul traguardo, ma la lombarda ha comunque confermato di essere ai vertici mondiali della specialità.

Questo il commento del responsabile azzurro di ultramaratona, Franco Ranciaffi: «Siamo in grande crescita e diventeremo sempre più competitivi. Possiamo proporre nomi nuovi in grado di ben figurare. Spero proprio che IAAF e FIDAL inizino a considerare il movimento con maggiori rispetto e attenzioni».

La gara belga ha preso il via alle ore 20 di sabato 21 giugno, con condizioni meteorologiche ideali (18°) ed è terminata circa alle ore 2 di domenica 22. Il circuito gara in un percorso cittadino, con passaggio a Ichtegem, Eernegem e Aartijke. La gara di Fattore è stata in rimonta. Decisivo il passaggio all’87° km, quando Mario raggiungeva lo spagnolo Fermin Martinez, che era al comando e poi allungava per giungere 1° sul traguardo posto nella cittadina belga, con circa 5mila spettatori entusiasti ad applaudire. Fattore, grazie alla vittoria mondiale, usciva definitivamente dall’anonimato, dopo il 2° posto al Passatore 2001, in una gara ‒ quella belga ‒ con atleti di valore come il campione belga Yiannis Kouros, il russo Ravil Kashapov (2h11’ in maratona) e il francese Pascal Fetizon (2h12’ in maratona). Fattore, nato a Lanciano (CH), il 18 giugno 1975, di professione salumiere balconista, era accreditato di questi PB: 31’28” (10.000m); 1h10’23” (21,097km); 2h23’48” (42,195km) e in ottima forma, avendo vinto l’Ecomaratona dei Marsi e il 25 aprile la 50 km di Romagna in 2h53’54”. L’esordio nelle ultramaratone

«un giorno di gennaio 2001 esco con mio fratello Luciano e Valentino Caravaggio, che già avevano questa disciplina nel sangue. Loro dovevano fare un allenamento di 4 ore, io pensavo di accompagnarli per un’oretta. Siamo stati insieme tutto il tempo: alla fine ero distrutto, e innamorato dell’idea. Pensavo di allungare le uscite per migliorarmi in maratona. Ma, a forza di farlo, mi sentivo sempre meglio. Insomma, mancava un mese all’appuntamento quando ho deciso di fare la Firenze-Faenza. Non che fossi poco allenato, intendiamoci, ma quelle restano sempre scelte da ponderare. Invece, a Firenze mi sono presentato da sconosciuto. Ho fatto la gara sui russi, con prudenza, ho avuto anche la mia bella crisi dopo 600 km, ma quando l’ho superata mi pareva di volare. E infatti: 2° al traguardo, in 7h09’, titolo italiano in tasca ed euforia alle stelle. Quando mi hanno convocato per la Nazionale, ero commosso».

Mario aveva vestito fino ad allora 3 maglie azzurre (2 Mondiali e 1 Europeo di 100 km). Il 26 agosto 2001, si era ritirato nella gara iridata a Cléder in Francia e si era poi piazzato al 16° posto agli Europei di Winschoten in Belgio.

Questo il racconto di Mario:

«Ho iniziato a gennaio, quando abbiamo organizzato una sei ore a Cavalluccio di Chieti. Tutti noi e Antonio Mazzeo, in tutto eravamo sedici. Poi, ho cercato il ritmo in maratona: a Ferrara, dove ho corso in 2h25’, a Roma, a Russi dove inaspettatamente ho migliorato il mio personale in 2h23’. E ancora: 50 km di Romagna, Ecomaratona dei Marsi a Collelongo, corsa insieme a Franco Zanotti. Siamo arrivati insieme per scelta, hanno classificato prima me e mi sono trovato con un altro titolo tricolore di trail tra le mani, dopo quello del 2001. La tentazione di correre anche il Passatore, magari a ritmi tranquilli, era forte. Ma avevo paura a farmi prendere la mano e ho preferito rinunciare. Franco Ranciaffi, presidente IUTA, era stato chiaro: “Se vai lì, poi non corri il Mondiale”. A Torhout ero cosciente di poter fare bene. Ma non pensavo di vincere davanti a gente come Pascal Fétizon, per dirne uno. Ho seguito i migliori, ho tenuto la scia dei russi. E mi sono alimentato bene durante la gara, a differenza di altre volte. Nel finale avevo un distacco di 2’30” dallo spagnolo Martinez, non calava e credevo di non prenderlo più. Invece l’ho agganciato all’87° km e sono andato via. E a 10 km dal traguardo, quando ho realizzato che avrei potuto vincere, mi è scappata anche la lacrima. Il vero trascinatore da noi è Enrico Vedilei. Ma non parlerei di scuola, la passione per l’ultramaratona non è un sentimento comune. È vero che siamo un bel gruppo, questo sì: io, Enrico, Claudio Bellisario, Valentino Caravaggio, mio fratello Luciano. Ci sosteniamo uno con l’altro».

Stefano Sartori, con un PB di 6h47’22” nei 100 km, con 5 maglie azzurre, allenato da Gabriele Rosa, con il suo Centro Marathon di Brescia, nel 2002 vince il Passatore per la seconda volta dopo l’edizione del 1998 e il titolo italiano, ma è escluso dal Mondiale. A quei tempi Fattore e Sartori erano i caposcuola, ma dietro stavano facendosi strada anche altri, come attestano le parole di Stefano:

«La specialità non è in fase di stallo. Un po’ di movimento c’è. Se poi ci sono due o tre elementi che tirano il carro e il gruppo va loro dietro, ben venga. Io ho visto miglioramenti anche nelle retroguardie, sono ottimista. Anche se non mi sento un caposcuola. All’ultima Firenze-Faenza c’è stato il debutto di Mario Ardemagni, 3° assoluto, e di Cristiano Campestrin, 7°. Pio Malfatti è arrivato 13°. Cristiano e Pio sono miei paesani, ma ci riesce difficile allenarci insieme. Ognuno di noi ha problemi di lavoro, orari diversi, quando ci troviamo abbiamo velocità diverse. Ma forse il mio esempio ha portato qualche beneficio anche a loro, e di questo sono contento».

A titolo statistico si ricorda che Fattore nel 2003 ha vinto la 100 km del Passatore e il titolo di specialità in 6h54’02”. A Taipei il 16 novembre è per la seconda volta Campione del Mondo in 7h04’56” e la squadra italiana 1^. La IAAF-IAU lo proclama Best Ultrarunner 2023. Nel 2004, è 23° ai Mondiali 100 km di Winschoten. Nel 2005, vince ancora il Passatore in 7h02’46”, ma si ritira ai Mondiali IAU 100 km di Lake Sarona in Giappone. Nel 2006, è 3° al Passatore in 7h22’28” e 24° ai Mondiali IAU 100 km di Seul in 7h22’14”. Nel 2008, è 24° ai Mondiali IAU 100 km a Tuscania-Tarquinia in 7h32’49”. Nel 2009, è 21° ai Mondiali IAU 100 km di Torhout in 7h16’30”. Nel 2010, l’ultima sua partecipazione al Mondiale IAU di 100 km a Gibraltar (GBR) ove è 54° in 7h55’54”.

Il 19 aprile 2005 Mario ha ricevuto la Croce d’oro al merito dell’Esercito con questa motivazione:

«Volontario in servizio presso il distretto militare di Chieti, dotato di non comuni qualità professionali e di carattere, partecipava al Campionato Mondiale della 100 km di corsa su strada, svoltosi a Taiwan. Grazie alla sua preparazione psicofisica, conseguenza diretta di un severo impegno, di grandissima tenacia e ferrea determinazione, conquistava, con i colori della forza armata, il titolo di campione del mondo della specialità. Atleta di primissimo piano, con il risultato assolutamente rilevante conseguito nell’importante competizione sportiva, ha contribuito ad accrescere il lustro ed il prestigio dell’esercito italiano a livello nazionale e internazionale. Taiwan, 16 novembre 2003».

Per quanto riguarda la prova femminile, la Casiraghi, che allora lavorava come operaia in un’officina meccanica, a Missaglia, nella Brianza, così commenta la sua impresa:

«Dopo il Mondiale a Cavagnes en Paillers, in Vandea ‒ corso il 15 maggio ‒ che segnava il mio debutto in una 100 km (fu vinto dalla slovacca Blasakova in 7h33’02”) e dove giunsi 16^, fissando a 8h08’54” il primato italiano, non riuscivo a tornare in forma. Pensavo che la spossatezza che mi pervadeva fosse causata dalla difficoltà di smaltire la fatica della gara. In passato avevo disputato qualche 50 e una 70 km, sempre vittoriosa, senza accusare fatica. Dopo pochi giorni ero già pronta a correre. In quel frangente invece ero distrutta. Fu mia madre ad accorgersi cosa non andava. Mi accompagnò dall’endocrinologo che diagnosticò subito problemi alla tiroide. Dagli esami risultava che tutti i valori erano tremendamente sballati».

Nel 2001, la Casiraghi ‒ superati i problemi fisici ‒ rientra e vince il Passatore in 8h11’43”, interrompendo il dominio straniero dopo oltre un decennio. Poi il 26 agosto, al suo 2° Mondiale di Cléder in Francia, con condizioni climatiche proibitive, Monica è 3^ in 7h39’42”, migliorando di quasi mezz’ora la MPI femminile, quando era allenata da Franco Clima con la supervisione di Gabriele Rosa del Fila Team.

Le parole della Casiraghi alla conclusione della stagione agonistica 2002, piena di meritate soddisfazioni per l’azzurra e la Nazionale della 100 km:

«Negli ultimi anni il movimento italiano è cresciuto, anche se siamo ancora pochi. Comunque gli allenamenti sono migliorati per tutti, agli ultimi Europei la squadra azzurra maschile è giunta 3^, mentre quella femminile ha compiuto un’impresa eccezionale: 2^ dietro alle imbattibili russe, ma davanti alla Francia e alla Germania. Un segnale importante».

Monica ha iniziato con l’atletica leggera all’età di 10 anni con i Giochi della Gioventù, gareggiando nel salto in lungo e sugli 80 m. La sua abitazione è piena di coppe, trofei, medaglie. A quei tempi la sveglia era alla ore 6:15, colazione sostanziosa. Alle 7:30 si dirige al lavoro in mountain bike, percorrendo circa 4 km. Pausa pranzo dalle 12 alle 13.30. Alle 18:30 l’allenamento di corsa, di solito lungo il Segrino o attorno a casa, per un totale di 1h30’-2h. Durante la preparazione per le gare più lunghe, riesce a macinare anche 250 km a settimana, ovvero 40 km giornalieri con 2 sedute al giorno. Il suo PB sulla maratona era di 2h45’12” a Carpi. Il suo esordio nelle ultra nel 1997 con la 50 km femminile Parco Lago Segrino e vittoria in 3h35’. Nel 1999, debutto Mondiale alla 100 km Open Race at IAU 100 km WC Chavagnes en Paillers in Francia con il crono di 8h08’54”. Nel 2001, è 3^ al Mondiale IAU 100 km a Cleder in Francia in 7h39’42” e a maggio vince il Passatore in 8h11’43”. Nel 2002, abbiamo ricordato il suo 3° posto al Mondiale di Torhout. Agli Europei IAU di Winschoten è 2^ in 7h33’14”. Eccezionale l’anno 2003, con vittorie al Passatore (7h59’41”) al Mondiale IAU a Taipei 100 km in 8h04’47”. Al Campionato Europeo IAU di Chernogolovka (Russia) è 2^ con il PB di 7h28’00”. Nel 2005, è 1^ al Mondiale IAU 100 km a Winschoten in 7h53’25”. Nel 2006, vince la 24h Du Telethon Golfe Juan Vallauris in Francia con 215,550km. Nel 2007, è 1^ alla 24 heures Non Finish Line a Monaco con 221,940km e nella stessa gara si ripete nel 2008 con 220,850km. Nel 2009, vince la 100 km degli Etruschi (8h31’36”) ed è 3^ al Mondiale IAU 24h a Bergamo (223,848km). Mel 2010, è 2^ ai Mondiali IAU 24h (231,390km) e nuovo PB. Nel 2012, al Mondiale IAU di Seregno di 100 km è 19^ in 8h54’01”. Poi diminuisce l’attività agonistica, abbraccia anche il trail e continua a vincere nelle lunghe distanze. Oggi la Casiraghi continua a correre nel tempo libero; assieme a Paolo Bravi è tecnico della Nazionale Italiana della 100 km e della 24 ore: l’esperienza maturata con anni di agonistico la trasmette agli atleti.

Enrico Vedilei (nella foto in alto), 60 anni, allenatore e dirigente IUTA, con ben 176 ultramaratone nel suo ricchissimo curriculum atletico, ha deciso di organizzare ad Atessa in provincia di Chieti sabato 22 giugno la manifestazione di corsa su strada denominata Fattore Day 6h34’23” per commemorare quell’evento storico.

BIBLIOGRAFIA

CASIRAGHI M. – MASCIARDI A., La Corsa non è il tuo sport, A.G. Bellavite, Missaglia (LC) 2022.

MAZZONE D., Fattore Mondiale, in Correre, XX (2002) 219, 46-47.

ORLANDO O., L’artista della 100 km, in Correre, XX (2002) 222, 100-104.

TAROZZI M., Semplicemente migliori, in Correre, XX (2002) 219, 106-11.

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