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Emanuele Colombu racconta il suo Passatore

Lo dedico a mia figlia Beatrice

Più che soddisfatto, un’esperienza bellissima!

Il 25 maggio 2024 ha avuto luogo la 49^ 100km del Passatore con partenza da Firenze alle ore 15:00 e arrivo a Faenza, con tempo massimo a disposizione di 20 ore.

Il vincitore assoluto è stato Federico Furiani in 7h10’58”, che ha preceduto Massimo Giacopuzzi 7h18’21” e David Colgan 7h26’26”.

Tra le donne, ha vinto Federica Moroni in 7h53’02”, che ha preceduto Serena Natolini 7h54’58” e Silvia Luna 8h01’07”.

Da menzionare l’atleta ipovedente Emanuele Colombu (Tiburtina Running Roma ASD), che si è avvalso di un atleta guida accanto fino all’arrivo legati tra di loro con un cordino dal tramonto fino all’arrivo.

Di seguito, approfondiamo la sua conoscenza attraverso risposte ad alcune mie domande.

Ciao Emanuele, soddisfatto per la 100km del Passatore? Più che soddisfatto: un’esperienza bellissima.

Davvero una grande sfida per un atleta che di giorno ci vede fino a circa 2 metri e dal tramonto non riesce più a vedere; così ha bisogno di affidarsi a qualcuno che gli indichi la strada. E 100km sono proprio tantissimi con partenza alle 15:00 in pieno giorno e iniziando a salire verso il Passo della Colla si vede sempre di meno e si somma la stanchezza e la paura di non farcela.

Un’esperienza bizzarra ma bellissima insieme alla guida accanto che un po’ lo assecondava nei suoi riposi, nella sua lentezza, nei suoi dubbi e un po’ lo stimolava, spronava e lo motivava per non adagiarsi troppo e rischiare di prendere troppo freddo o non arrivare al traguardo finale.

Potevi fare meglio? Potevo sicuramente fare di meglio. Purtroppo, l’ho un po’ sofferta, ma cercherò di migliorarmi.

Emanuele poteva sicuramente far meglio, ma poteva anche far peggio, sofferta ma non ha mollato, anzi alla fine ha avuto una ripresa che gli ha permesso di recuperare un bel po’ di tempo, riposando di meno e avanzando di più anche a ritmi più sostenuti.

La prima 100km per Emanuele è stata un banco di prova; ora si conosce meglio e ha solo da fare il punto della situazione e organizzarsi meglio la prossima volta, sapendo a cosa và incontro.

Che significa per te? Per me è come tanti runner, il Passatore è una gara da dover fare, un obbiettivo da raggiungere.

Per chi decide di aderire al mondo delle ultramaratone, il Passatore è la gara simbolo da fare prima o poi, un obiettivo sfidante ma non impossibile, un grande appuntamento annuale per il radunarsi tanti ultramaratoneti da ogni angolo d’Italia. Ma non è una gara scontata ed è difficile da interpretare, se dai troppo nella prima parte si pagano le conseguenze nella seconda parte.

Per Emanuele è un grande esempio e testimonianza che si può fare tutto, basta organizzarsi, volerlo e prepararsi fisicamente e mentalmente.

Le fasi più critiche e quelle dove ti sei espresso al meglio? Dal 30⁰km è iniziata la crisi. Lo stomaco non teneva nulla dentro. E il sonno faceva da padrone. Poi, come per miracolo dall’80°km mi sono rigenerato. Infine la volata finale dell’ultimo chilometro sotto i 5’/km è stata fantastica.

Davvero una grande sorpresa negativa al 30°km, dopo una prima parte felice, divertente, di presa in giro, barzellette e con un ritmo forse troppo allegro soprattutto in discesa dove cercavo di frenarlo. Ma lui diceva che le gambe andavano tranquille; a un certo punto il sonno la fa da padrone e lo blocca.

Ci può stare una crisi al 30°km in maratona, ma in una 100km la crisi è troppo precoce e bisogna capire cosa e come fare per procedere, pensando solamente ad avanzare, rallentando ma avanzando, camminando ma avanzando. Era quello l’obiettivo in quel momento, riposare ma riprendersi per avanzare piano o veloce ma sempre un passo verso avanti, anche se con fatica, provando sempre ad alternare corsa, riposo e camminata, ma avanzando sempre un po’ alla volta.

E così è stato che, tra tante soste e rallentamenti, non stancandomi mai di spronarlo, distrarlo dai pensieri negativi, che la parte finale, insistendo un po’, è riuscito ad arrivare, correndo anche in progressione finale, soprattutto felice di alzare la sua bandiera all’arrivo mostrandola a tutti con orgoglio e felicità. La sua domanda principale era: “Si vede la bandiera?”.

Quali sono stati gli allenamenti più importanti e fondamentali? Io non posso dare consigli per gli allenamenti. Non mi alleno mai, uso le gare della domenica come allenamento.

Questa è stata una sorpresa per me. Da un paio di anni Emanuele mi chiese di fargli da guida. L’anno scorso è saltata la gara e rimandata a quest’anno ed Emanuele mi aggiornava sui suoi progressi in tante gare lunghissime di 50km, 6 ore, 65km; ero contentissimo e lo consideravo preparatissimo, non sapendo che non si allenava per il resto della settimana. Quindi può essere questo il motivo della crisi e di conseguenza del sonno. Comunque è andata benissimo, considerando tutto quello che egli ha passato in gara.

Come ti è sembrata questa gara? Il Passatore è una gara meravigliosa, per me impegnativa ma fantastica.

Davvero una gara molto impegnativa, non solo per i tantissimi chilometri da percorrere, ma anche per il dislivello altimetrico, per le escursioni termiche. Ma anch’io la ritengo meravigliosa e fantastica con un fascino particolare unico, con un cielo stellato, il suono dei torrenti, tanti amici lungo il percorso.

Ti hanno preoccupato le salite, il caldo, il freddo? In salita si camminava, me lo hanno consigliato tutti. In realtà non ho sofferto né caldo e né freddo, le temperature penso in quest’edizione siano state favorevoli.

In effetti, ci è andata bene. A parte il caldo alla partenza per il resto della gara si è stati bene e non è nemmeno piovuto, a parte una leggera pioggerella forse anche piacevole. Tanti hanno riferito di aver sofferto il freddo, ma ciò può essere dovuto alla stanchezza.

La consigli? La consiglio a tutti, senza ombra di dubbio. Almeno una volta và fatta.

A chi la dedichi? La dedico in primis a mia figlia Beatrice, per ricordarle che ‘”non si molla mai”. Poi ai miei familiari che credono in me, e a tutti gli amici che mi stanno vicino e non mi abbandonano mai.

Una bella e sentita dedica di una grande impresa a sua figlia, la quale qualche giorno prima aveva festeggiato assieme a lui il compleanno e che era un po’ in apprensione per quest’impressa di Emanuele. In gara il pensiero era sempre per sua figlia, dopo aver scavallato il Passo della Colla, la parte ritenuta più impegnativa, egli doveva a tutti i costi telefonare alla figlia per avvisare che tutto procedeva bene e rimettersi in pace e sereno, in cammino alternato alla corsa lenta verso l’arrivo di Faenza.

Quali sono le motivazioni per correre le ultramaratone? Scherzando, dico sempre che faccio le “ultra” perché almeno mangio e bevo di più ai ristori. In realtà, poiché mi piace correre in compagnia e che le 10km finiscono subito, più la gara è lunga e più mi diverto.

Nelle ultra c’è bisogno sempre di riempire i serbatoi che si svuotano con la fatica e avanzando verso il traguardo. Ma in questa gara Emanuele doveva fare scelte di cibo e di bevande mirate e così c’era sempre il dubbio su cosa mangiare, dolce o salato, acqua o the, coca cola o brodo vegetale, senza esagerare.

Io ho approfittato di mangiare un piatto di pasta, mentre riposava alla Colla e altri due piatti di pasta mentre riposava dopo appena 5km di discesa a Casaglia.

A Emanuele gli piace il mondo della corsa e soprattutto l’ultramaratona dove è in piacevole compagnia per tantissimo tempo, si svaga, si sente accolto e coccolato.

Cosa hai in programma ora? In programma ho di continuare a correre tutti i giorni rossi del calendario. Mète importanti per quest’anno Bilbao in notturna e Atene. Per il prossimo anno New York.

Emanuele è un grande lavoratore e i giorni festivi sono una grande opportunità per svagarsi e ricaricarsi emotivamente per affrontare i successivi giorni lavorativi.

Cosa hai intenzione entro fine anno? Nel 2024, se riesco, vorrei superare il mio record di 57 gare in un anno.

Matteo SIMONE

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