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Gli infortuni tipici dell’estate

Il bel tempo spinge a correre più forte, a cambiare tipo di allenamento e, magari, anche scarpe, aumentando la probabilità di andare incontro a uno stop forzato. Su Correre di giugno sono pubblicati i consigli del nostro esperto, il dottor Luca De Ponti, per prevenire questo tipo di rischio.

“La bella stagione porta con sé cambiamenti e rischi. I ritmi di allenamento tendono ad aumentare, si cominciano a inserire prove ripetute in cui la velocità media sale, la tecnica di corsa viene improntata a un maggior utilizzo delle spinte del piede e, di conseguenza, il lavoro eccentrico (lo stiramento a muscolo contratto) cresce in proporzione.”

È questa la premessa adottata da Luca De Ponti per affrontare su Correre di giugno il tema, spesso trascurato dai runner, dei rischi-infortunio insiti nella stagione estiva. “Alcuni runner cambiano anche scarpa, preferendone una più leggera o ideata per il miglior ritorno di energia, come quelle con il plate in carbonio, allo scopo di assecondare esigenze di migliore performance – spiega il nostro esperto -. Una scelta che comporta una minore protezione di muscoli e tendini, che si ritrovano più esposti a stress da iper-stiramento”.

“In caso di training in pista – prosegue De Ponti – sono due le condizioni che fanno rischiare un sovraccarico: il maggior attrito con la superficie di appoggio (grip) esaspera lo stress capsulo-legamentoso e lo svolgimento sistematico della corsa in curva provoca compensi posturali importanti. Si è più portati a focalizzare l’allenamento sulla qualità esasperando il lavoro muscolare.”

Cosa fare

De Ponti affronta quindi il capitolo del “cosa fare” fornendo ai lettori di Correre alcuni consigli fondamentali:

“Se il piano di allenamento porta verso un impegno prestazionale più serrato, sarà opportuno:

– una pratica sistematica dello stretching, in particolare della muscolatura degli arti inferiori;

– inserire nel programma di allenamento alcune esercitazioni eccentriche;

– eseguire training impegnativi da un punto di vista muscolare solo dopo un adeguato recupero;

– negli allenamenti più veloci seguire un criterio di progressività;

– dosare la frequenza delle eventuali sedute in pista, cominciando con una sola seduta a settimana;

– curare l’aspetto nutrizionale con un giusto apporto proteico in funzione di un lavoro muscolare più impegnativo;

– mantenere esercitazioni di destrezza e coordinazione;

– curare l’aspetto biomeccanico verificando, in primo luogo, l’appoggio del piede.

Cosa evitare

Altri consigli De Ponti li fornisce sul tema del “Cosa evitare” (non passare improvvisamente da calzature altamente protettive a superleggere e/o chiodate, per esempioe si sofferma poi sulla necessità di disporre di un appoggio ottimale, che – spiega ancora il nostro esperto – vuol dire sgombrare il campo dalla possibilità teorica del 50% degli infortuni (tendiniti, fasciti plantari, metatarsalgie, gonalgie di varia natura, fratture da stress, ecc.)”. “Nasce da qui la ricerca della migliore interfaccia piede/terreno, che prende in considerazione due elementi fondamentali: la calzatura e un eventuale plantare anatomico.”

Scarpa e attrito

Un elemento di anti-traumatismo storicamente trascurato dai più riguarda il grip (aderenza, capacità di creare attrito) del battistrada della calzatura. Negli allenamenti in cui non si ricerca il riscontro cronometrico è bene che l’attrito non sia eccessivo – consiglia poi De Ponti -, che dedica infine un ulteriore capitolo agli esercizi eccentrici, vera difesa contro quella perdita di elasticità muscolare che è tipica dell’invecchiamento.

Questo testo rappresenta una sintesi del servizio Bella stagione, nuovi (possibili) infortuni, di Luca De Ponti, pubblicato su Correre n. 476, giugno 2024, pagg. 38-39.

FONTE www.correre.it

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