Un trailrunner non vedente che illumina le montagne
La straordinaria storia di determinazione e coraggio di Ivan.
Nel mondo della corsa, ci sono storie che vanno al di là dei limiti fisici e delle sfide mentali, raccontando di una forza interiore che supera qualsiasi ostacolo. La storia di Ivan Cappellari, un runner non vedente, Piemontese d’origine e toscano d’adozione, che ha conquistato le ultra maratone di montagna è una di queste storie: un esempio di determinazione, resilienza e perseveranza.
Una Luce nella notte.
Ivan è un ultrarunner apparentemente “normale”. Metto a proposito le virgolette al termine “normale” perché in quest’ambiente, quello delle ultra maratone di montagna, parlare di normalità è quasi blasfemo. In partenza non lo noti nemmeno nella marea di atleti iscritti: movimenti misurati ma precisi, controllo dell’equipaggiamento sicuro e deciso, sorriso e battuta sempre pronta. Sembra proprio uno dei tanti partecipanti, sicuramente mezzi suonati, che molto più spesso di quanto la gente comune possa immaginare prende parte alle ultra trail di montagna, gare anche di un giorno intero a volte superiori ai cento km con diecimila metri di dislivello accumulati…
La storia di Ivan inizia con una tragedia personale: un incidente che ha portato alla perdita della sua vista. In quel momento avrebbe potuto arrendersi alla disperazione, ma invece ha deciso di trasformare la sua vita. La corsa è diventata il suo rifugio, il luogo dove ha trovato libertà, gioia e una nuova prospettiva sulla vita. Fin da giovane, Ivan ha amato sentire il vento tra i capelli mentre correva nei sentieri del suo paese, affidandosi al suo istinto e alla sua capacità di ascoltare i suoni della natura per orientarsi. Con il passare degli anni, la sua passione per la corsa è cresciuta, portandolo a sfidare se stesso in competizioni sempre più impegnative sotto il profilo tecnico ma anche agonistico. Proprio l’aspetto agonistico ha reso necessario ottimizzare la tecnica di corsa, per renderla efficiente e sicura, perché oltre a concludere i percorsi di gara avrebbe dovuto garantire di farlo in sicurezza e rispettando le barriere orarie previste dalle varie organizzazioni.
Ho conosciuto Ivan quasi per caso ad una edizione della Valdambra Trail, una ultramaratona piuttosto impegnativa (nel gergo simpatica) di oltre 100km organizzata dal mio amico Paolo e che si svolge nel mese di ottobre a Badia Agnano (AR) e lentamente ma con costanza, sono riuscito ad apprezzarne sia l’incredibile umorismo che l’eccezionale senso pratico arrivando quindi a volerlo come ospite d’onore al
mio evento Panoramic Trail qui a Malcesine sul Lago di Garda. Non ho mai avuti dubbi che Ivan avrebbe potuto correre anche nella mia terra, in tutta sicurezza e godendosi il percorso…e così è stato ovviamente. Correre non vedenti è una sfida unica che richiede una grande fiducia nei propri sensi e una profonda connessione con il proprio corpo. Ivan ha imparato a correre ascoltando attentamente i suoi compagni di corsa, affidandosi alle loro indicazioni e al suono dei loro passi per navigare attraverso i sentieri accidentati. La sua guida Anna, una compagna di corsa di lunga data, è diventata la sua luce nella buio, aiutandolo sia a superare gli ostacoli lungo il percorso sia ad immaginarne le difficoltà. Le ultramaratone di montagna sono alcune delle competizioni più impegnative nel mondo della corsa,
con percorsi che attraversano terreni accidentati, spesso in alta quota o di notte, in condizioni meteorologiche a volte estreme. Tuttavia, questo non ha mai fermato Ivan. Con determinazione e coraggio, ha affrontato ogni sfida lungo il percorso, superando passo dopo passo gli ostacoli per raggiungere la linea di arrivo.
Le sue vittorie non sono solo personali, ma sono un’espressione tangibile della sua forza interiore e della sua capacità di superare le avversità. Ogni passo lungo il sentiero è un trionfo della volontà umana, un messaggio di speranza e ispirazione per chiunque incontri lungo il cammino, perché vi garantisco che vederlo muoversi velocemente in montagna con la sua tipica disinvoltura è quasi una visione mistica, degna di poesia nell’ambito della corsa.
La sua storia è un testimone dell’incredibile potere della resilienza e del coraggio umano. Nonostante le sue sfide e i suoi handicap, ha dimostrato che non c’è limite a ciò che si può realizzare quando si ha la volontà e la determinazione di perseguire i propri sogni.
Ivan e Anna sono non solo una coppia di atleti eccezionali ma anche un monito per tutti noi, una lezione di umiltà, forza e resistenza. Ci ricordano che anche nelle situazioni più difficili, c’è sempre una via d’uscita, una luce nella buio che ci guida attraverso le tenebre e ci porta verso il nostro personale traguardo.
Ivan insomma, questo grande atleta, non è solo un runner non vedente che corre le ultra maratone di montagna, è una fonte di ispirazione per tutti coloro che sognano di superare i propri limiti e di conquistare le vette più alte della vita.
La sua storia rimarrà sempre una testimonianza del potere della determinazione umana e della forza dello spirito umano e personalmente non potrò che ringraziarlo per aver, e molto più di quanto egli stesso possa immaginare, letteralmente illuminato anche la mia di strada.
07.11.2024 John Benamati