Pasquale Castrilli racconta la sua stagione atletica 2024
L’anno 2024 sta volgendo ormai al termine: un primo bilancio della tua attività sportiva. E’ stato un anno davvero speciale per me. Ho portato a termine 8 maratone. Inoltre nel mese di settembre sono tornato sul Cammino di Santiago (Cammino Inglese) per un tratto di 120 chilometri che abbiamo percorso con un gruppo di amici.
Obiettivi per il 2025. Obiettivo principale è sempre stare bene in salute e vivere l’attività sportiva come un farmaco naturale. Certo mi piacerebbe continuare a correre le lunghe distanze. Nel 2025 arrivo al traguardo dei sessant’anni con un grande senso di gratitudine.
Le gare ai cui hai partecipato, che cosa ti hanno rivelato? Direi anzitutto la gioia di stare insieme al mondo dei podisti che è molto variegato. Il movimento del running in Italia continua a crescere, le manifestazioni sono sempre di più e anche le organizzazioni si rivelano generalmente di buon livello.
Ti piace il mondo della corsa? E’ un mondo abitato da tanti, democratico, personale e di squadra al tempo stesso. Uno dei pregi è senz’altro mettere in contatto con sé stessi e di aiutare ad un cammino di consapevolezza. Uno dei punti critici , a mio parere, sono le divisioni che a volte si creano nelle società sportive che rivelano l’incapacità di dialogare.
Come curi la tua alimentazione? Nell’anno che si conclude questo punto è stato piuttosto sfidante per me. Cerco di avere un’alimentazione bilanciata, favorendo cibi sani e poco processati. Sono sempre più convinto che il modo di alimentarsi è collegato al proprio stato emotivo.
L’episodio o aspetto sportivo del 2024 che più ti ha segnato in positivo? Nel mese di maggio ho partecipato alla 1^ edizione della Maratona di Charleroi, in Belgio. E’ la città della tragedia della miniera di Marcinelle dove morirono molti italiani. Durante la gara la mente è andata più volte a quel triste episodio. Quando partecipo aduna gara, mi piace conoscere la storia del luogo e anche l’attualità. Correre in un posto significa immergersi in un vissuto.
Ti senti più forte nel fisico o nella mente? Sensazioni un po’ contrastanti. Da una parte direi di sì, dall’altra si comincia a percepire un certo declino che si può comunque tamponare, facendo le cose per bene e curando anche quelli che possono sembrare dettagli (alimentazione, riposo, esercizi di forza…).
Quale distanza ritieni sia più adatta a esprimere le tue qualità sportive? Mi sembra che la distanza ‘maratona’ sia quella che meglio permette di esprimermi. Con gli anni ho perso velocità e ho acquistato un po’ di resistenza. Sulle gare fino alla mezza maratona soffro le alte pulsazioni e i possibili infortuni.
Un personaggio a cui sei particolarmente legato/a nella tua attività sportiva? I due amici padre Vincenzo Puccio, sacerdote podista siciliano, e don Franco Torresani, prete trentino campione di Corsa in montagna. Sono i due capitani dei “preti (sempre) di corsa”. Nonostante passino gli anni vanno sempre fortissimo! Dialogare con loro è sempre fonte di ispirazione.
Esprimi un giudizio generale sull’organizzazione e il costo delle gare in Italia. Mi pare che le organizzazioni siano cresciute qualitativamente. I costi delle gare sono decisamente alti. Credo che 80/90 euro per una ultramaratona e 45/50 per una mezza maratona siano costi alti, tenendo conto che queste manifestazioni hanno in genere buoni sponsor.
Progetti a breve, medio e lungo termine. Continuare a lavorare per consolidare e far crescere l’associazione “preti (sempre) di corsa” (www.pretisempredicorsa.it) che coordino da cinque anni. Negli anni si è sviluppata e inizia ad essere conosciuta nel mondo del running italiano.
Correrai ancora per tutta la vita? La mia intenzione è correre il più a lungo possibile. Penso che con realismo e buon senso si possa affrontare anche la decade 60-70 anni di vita. Vedremo…
STEFANO SEVERONI