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Webinar 18 gennaio 2025

Sabato 18 gennaio 2025 si è svolto il webinar organizzato dall’Area Convegni & Seminari IUTA con ospite Padre Pasquale Castrilli. Egli è un religioso della Congregazione degli Oblati di Maria Immacolata, ha conseguito la licenza in Missiologia e il diploma di Comunicazioni sociali presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Attualmente risiede nella comunità oblata di Pescara, esercita il suo ministero nell’ambito delle Missioni al popolo nel Centro Italia e in particolare in Abruzzo. Giornalista pubblicista, scrive articoli per giornali e riviste specializzate. Con il giornalista Fabrizio Mastrofini è coautore del libro Animatore della Comunicazione. Manuale per una nuova figura pastorale, Ancora Editrice, Milano 2004. Nel testo si è afferma che viviamo in una «vera e propria Babele della comunicazione». Due regole fondamentali sono il punto di partenza in questo mondo della comunicazione ovvero che “non si può non comunicare” e che “tutto è comunicazione”. La comunicazione non è un’attività, bensì un processo continuo. Essa si differenzia dalla semplice informazione, dove il messaggio è veicolato in modo orizzontale da un emittente a un ricevente. Comunicare invece, come nell’etimologia, significa “mettere insieme”, quando il discorso di andata è seguito da un discorso di ritorno, che gli esperti denominano “feedback”, ossia “onda di ritorno”: senza il feedback non esiste comunicazione. Padre Castrilli si è reso promotore del progetto Preti (sempre) di corsa, nato nel 2017, ma ideato anche prima, quando egli ha raccolto articoli su internet su sacerdoti che correvano. Ha così pensato di creare una rete di sacerdoti, presenti nel mondo e appassionati della corsa. La maggior parte sono italiani, ma ci sono anche degli stranieri, in Africa, a Haiti, in Ungheria. Nel 2016 egli ha cominciato a contattarli. Ha scoperto che tanti di questi sacerdoti con in maniera anche seria, non il semplice jogging, ma si allenano regolarmente. Alcuni hanno cominciato la pratica in età giovanile, altri in età adulta, da amatori-master. Egli ha seguito alcuni che erano già forti da ragazzi, il prete capitano don Franco Torregiani, parroco prima ad Arco di Trento, ora cappellano all’ospedale Santa Chiara, il quale opera nelle corsie degli ospedali. Egli ha ottenuto numerosi titoli nella corsa in montagna, nel trail, nel km verticale, unico sacerdote ad aver vestito una maglia azzurra, nella Nazionale di Corsa in Montagna, una ventina d’anni fa, in totale 4 volte. Don Franco ancora si toglie delle soddisfazioni agonistiche e ha aggiunto titoli di campione di categoria. L’altro atleta prete-capitano titolato è don Vincenzo Puccio, parroco a Pozzo di Gatto a Barcellona in provincia di Messina: è un campione. Egli è stato allenato da Tommaso Ticali, di Bagheria, coach di Anna Incerti. Don Puccio da master a corso la maratona di Treviso in 2h19’, la Roma-Ostia Half Marathon in 1h10’, classificandosi 1° di cat., oltre ad alcuni 10.000m in 33’: un atleta di spessore. Franco e Vincenzo uniscono simbolicamente l’Italia dal Nord al Sud. Poi c’è don Pino Fazio, prete a Lamezia Terme, che ha corso 2 volte il Passatore, diverse gare di 6 ore e 8 ore in Italia, parroco a Curinga per una decina d’anni. Da ottobre egli è nella Diocesi di Lamezia: è molto motivato, non si abbatte mai, è sempre “positivo”. Don Pino, esperto di comunicazione, utilizza molto i canali YouTube e TikTok per evangelizzare, soprattutto dopo a pandemia, oltre a Facebook. Nel tempo libero, Padre Pasquale ricorda che ha conosciuto e raccolto materiale e così ha scritto il libro Preti (sempre) di corsa, storie di fede e anche di passione sportiva, in particolare la corsa. In copertina c’è la foto che raffigura don Vincenzo Puccio al traguardo della Mezza Maratona degli Ebrodi, gara che ogni anno si corre in primavera. Nel 2020, Vincenzo si è classificato al 5° posto. Il libro l’autore ha presentato tante volte: a Lanciano, famosa per il Miracolo Eucaristico, città ove c’è la società Podisti Frentani. In tutto una ventina di presentazioni del testo nel Centro-Sud d’Italia. Tale progetto ha una dimensione solidale, in quanto il ricavato è devoluto per le missioni, ha la finalità di poter essere utile per la pratica sportiva nelle zone di missione, in Africa e America Latina. Di recente Pasquale è stato in Congo e in Venezuela ove ha condiviso materiale sportivo. Lo sport è un mezzo di solidarietà! È un libro anche un po’ originale, in quanto non ci sono altri libri simili. La prefazione è del giornalista sportivo Dario Marchini, il quale sottolinea che l’autore racconta la “meraviglia” di questi podisti-preti. La postfazione è invece del prof. Fabio Marri, direttore del sito Podisti.net. Anche Marri è rimasto meravigliato da questi preti, che escono non solo per predicare, ma anche per correre. In questi anni Padre Castrilli ha partecipato alle gare e ha notato che desta curiosità la presenza di sacerdoti, che si schierano sulla linea di partenza di una gara di corsa. La tribù dei podisti rimane grata della presenza dei sacerdoti nelle gare. Egli ha così potuto conoscere in questi anni decine di persone del mondo dello sport: atleti, organizzatori, dirigenti di società. Si tratta di un progetto di qualità il PSDC, ove i partecipanti sono soprattutto preti-amatori-master. Ma contano soprattutto i contatti che si instaurano tra loro, cercare attraverso lo sport di migliorare come persone. Si possono riconoscere due gruppi di partecipanti: un gruppo più ristretto di 7-8 atleti, con i quali ci si sente spesso, presenti nelle varie regioni italiane e un altro di circa 20, con la presenza di un sacerdote di Haiti, uno del Venezuela, uno di Fossano, che ha aderito da poco. Castrilli menziona il vescovo francese di Algeri, Jane Paul Vescò, il quale ha corso la NYCM in meno di 3 ore. La motivazione di questi preti-sacerdoti è la ricerca di uno spazio di benessere fisico, ma non si esclude la dimensione spirituale. L’altra motivazione è di incontrare altra gente. Infatti il mondo della corsa è abitato da genti diverse. Non ci sono le motivazioni agonistiche come fattore primario, ma non si escludono.

Qual è l’episodio più significativo della tua vita sportiva? Padre Castrilli ricorda che ha avuto modo di correre anche all’estero alcune competizioni. Egli ha partecipato una mezza maratona a San Paolo del Brasile, nella zona dell’ippodromo, una zona molto interessante: notevoli i contrasti tra ricchezza e povertà, tra favelas povere e il quartiere ricco. L’altro ricordo vivo è il Mecons, che segna il confine tra Laos e Thailandia, ove hanno perso la vita tragicamente numerose persone. Lì egli ha corso degli allenamenti nel dicembre 2016, in occasione della beatificazione dei primi martiri della Nazione. Correndo e seguendo la storia tragica della nazione, la corsa è stata un’esperienza vissuta in toto.

Obiettivi come podista? Poter continuare a beneficare della corsa a piedi con beneficio, in maniera sana ed equilibrata. In 13 anni di attività egli ha corso 30 maratone e 1 ultramaratona, partecipando anche a gare di 6 ore e 8 ore.

Impressioni sul mondo delle gare di lunga distanza? È un mondo abitato da atleti e atlete non giovanissimi, interessante, cittadini di questo pianeta, che vivono situazioni diverse, che trovano in esso il loro spazio. Un mondo soprattutto di atleti di 40-45 anni e oltre. Ognuno può trovare il proprio spazio; muscolarmente e anche mentalmente la corsa di resistenza è più per gli adulti che per i giovani.

Un personaggio del mondo dello sport che ti sta più a cuore? Egli confessa che ha seguito con ammirazione la storia di Eliud Kipchoge, il campione keniano, che parteciperà alla Maratona di Londra del 27 aprile 2025, a 40 anni e al termine di una brillante carriera, atleta che ha una storia umana e sportiva molto significativa, fonte d’ispirazione per tanti atleti. Padre Pasquale ha scritto in merito alcuni interessanti articoli.

STEFANO SEVERONI

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