Papa Francesco, il Pontefice che credeva nello sport come scuola di vita

Un filo sottile ma significativo unisce papa Francesco alla corsa: testimonianza, condivisione, attenzione agli ultimi. Un’eredità sportiva e umana. Papa Francesco è morto questa mattina, lunedì 21 aprile 2025, all’età di 88 anni, nella sua residenza a Casa Santa Marta. Una notizia che scuote il mondo intero, arrivata a poco più di un mese dalla commovente dedica che migliaia di runner gli hanno rivolto in occasione della Maratona di Roma.
Nel suo pontificato durato oltre 12 anni, papa Francesco ha dimostrato più volte di credere nello sport come strumento educativo, culturale e umano. In particolare, ha saputo parlare il linguaggio degli sportivi, con parole semplici e dirette, facendo della corsa una metafora potente per la vita e la fede: “Lo sport è un cammino di superamento di sé e di apertura agli altri”, aveva detto in uno dei suoi numerosi incontri con atleti e federazioni.
La foto che apre questo articolo — il testimone dorato della staffetta con la scritta “Simul currebant”, firmato proprio da Papa Francesco — è più di un’immagine: è un simbolo. Di come il Pontefice abbia saputo parlare il linguaggio della corsa, del rispetto dei tempi degli altri, della cura per i più deboli.

Il significato di quel testimone d’oro: “correvano insieme”
Durante la Maratona di Roma 2024, le staffette solidali dell’Acea Run4Rome — quattro squadre targate Athletica Vaticana — hanno portato in gara un testimone dorato con incisa un’espressione del Vangelo di Giovanni: “Simul currebant” (correvano insieme). È il passo in cui Pietro e Giovanni corrono al sepolcro la mattina di Pasqua: Giovanni, più giovane, arriva per primo ma attende Pietro, il più anziano, per cedergli il passo.
Un’immagine che Papa Francesco aveva condiviso con la squadra vaticana come invito a “correre al passo del più lento”, un principio da applicare non solo nello sport ma in ogni ambito sociale. Quel testimone è diventato emblema di un modo nuovo di vivere l’atletica: inclusiva, solidale, umana.
Le quattro squadre di Athletica Vaticana portavano i nomi di altrettanti testi del Pontefice: le encicliche Laudato si’ e Fratelli tutti, e le esortazioni Evangelii gaudium e Laudate Deum. Tutti uniti da uno scopo benefico: raccogliere fondi a favore della Fondazione Airc per la ricerca sul cancro.

Il silenzio dei maratoneti per Papa Francesco
È rimasta impressa negli occhi di tutti la scena dello scorso 16 marzo, alla partenza dell’Acea Run Rome The Marathon 2025: 42 secondi di silenzio — uno per ogni chilometro della maratona — per papa Francesco, allora ricoverato al Policlinico Gemelli. Un gesto simbolico, nato dall’iniziativa di Athletica Vaticana, che ha coinvolto oltre 30.000 partecipanti provenienti da 126 Paesi.
Un “abbraccio collettivo” — così è stato definito — che ha trasformato il rito della corsa in un momento di riflessione condivisa. Il legame tra papa Francesco e la Maratona di Roma è stato reso ancora più evidente dalla presenza della squadra sportiva vaticana, impegnata con staffette solidali e con la Coppa degli Ultimi, un premio dedicato ai corridori che chiudono la gara tra gli ultimi, ma con immensa dignità. Un’idea perfettamente in linea con la visione del Pontefice: mettere al centro chi spesso viene lasciato indietro.
Il Golden Gala e l’incontro con i campioni
Il messaggio di papa Francesco ha toccato anche il mondo dell’atletica internazionale. Nel 2024, in occasione del Golden Gala Pietro Mennea, il Santo Padre ha ricevuto in Vaticano due grandi atleti: Letsile Tebogo, campione olimpico del Botswana, e Anna Ryzhykova, atleta ucraina medaglia ai Giochi di Londra.

Tebogo ha mostrato al Papa le scarpe con cui ha vinto le Olimpiadi, dedicate alla madre scomparsa, e ha chiesto una preghiera. Ryzhykova, invece, ha chiesto una benedizione per la sua maglia e per il suo popolo, colpito dalla guerra. Il Papa ha firmato entrambi gli oggetti e ha ricevuto in dono un pettorale personalizzato con la scritta “Francesco”. Gli atleti sono stati accolti anche dagli sportivi di Athletica Vaticana, che hanno donato loro il testimone “We Run Together – Simul currebant”, ulteriore segno di quel ponte costruito tra lo sport e il Vangelo.
Lo sport, la corsa e il valore della fatica
Papa Francesco ha sempre riconosciuto nella corsa — e nello sport in generale — un modo per educare alla fatica, al rispetto e alla perseveranza. Valori che parlano anche a chi corre su strada, che affronta ogni giorno chilometri e ostacoli con lo stesso spirito con cui si affrontano le prove della vita.

21.04.2025 www.correre.it