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One Hundred World Series sbarca sul Gran Sasso

Arriva anche in Italia l’Ultra Trail One Hundred, il circuito internazionale di mountain e trail running che, dal 21 al 23 ottobre, chiamerà a raccolta sul Gran Sasso gli atleti più temerari del mondo. La competizione li porterà ad attraversare l’altopiano di Campo Imperatore, “il piccolo Tibet”, tra le mura della Rocca Calascio e i pittoreschi e stretti vicoli di Santo Stefano di Sessanio, lungo le sponde del Lago di Campotosto, ma anche risalendo scalando le creste più alte dell’Appennino. Quattro le distanze: da 100miglia (D+ 5.165m) e 100km (D+ 2.475D), poi 30km e 15km. Tutti alle pendici di una delle vette più affascinanti e meno conosciute dai trail runner, un percorso che si snoda tra scenari lunari e boschi lussureggianti, luoghi ricchi di antiche storie e tradizioni, borghi medievali ritrovati e rinnovati.

Le lunghe distanze partiranno da Montecristo, nel versante sud-ovest del massiccio del Gran Sasso, con arrivo nel centro della città dell’Aquila, in Piazza San Bernardino. La misura del prestigio dell’evento è data anche dal montepremi di 60mila euro, uno dei più alti in Italia. Merito anche della campagna di crowdfunding alla quale è abbinata una promozione per poter partecipare con sconti alle gare del circuito, un progetto nato con lo scopo di far crescere il Trail e in particolar modo l’UltraTrail in Italia e promuovere questo territorio nel mondo.

Un ambassador d’eccezione

La gara, che porterà gli atleti a dover superare i propri limiti fisici e mentali, avrà come ambassador una persona che quei limiti li ha già superati pià volte: Mauro Prosperi, campione di pentathlon moderno, parte del team medaglia d’oro a squadre nella spedizione olimpica a Los Angeles, nel 1984, ma soprattutto sopravvissuto undici giorni nel deserto del Sahara senza acqua, dopo essersi perso durante la Marathon des Sables. Joao Andrade, portoghese, fondatore del progetto One Hundred World Series, lo ha conosciuto in una gara nella Death Valley. Insieme hanno deciso che l’Italia sarebbe stato il luogo ideale per la tappa finale del circuito. È stato Camillo Franchi Scarselli, fondatore e presidente di Atleticom ASD, organizzatore di tante gare, tra cui la We Run Rome, da anni innamorato dell’Aquila e dell’Abruzzo, già ideatore e organizzatore della Mezza Maratona nel 2019, a portare l’appuntamento sugli scenari abruzzesi, coinvolgendo subito le autorità pubbliche locali nonché i migliori esperti e conoscitori del territorio.

I percorsi

“È molto vario, quasi tutto sterrato, corribile a 3’30”/km, fino alle creste da fare a passo di cammino. Incredibili i passaggi nei borghi e gli altipiani”. Questo il commento di Mauro Prosperi, che il tracciato lo ha già studiato e provato. Dalla partenza di Montecristo, il percorso della 160km salirà fino in cresta alla Sella di Monte Aquila (2.335m) con la suggestiva luce dell’alba e lo sguardo che spazia dal Tirreno all’Adriatico. Da lì si scenderà nella piana di Campo Imperatore, il “piccolo Tibet”, tra mandrie di cavalli in libertà, prati aridi e canyon, per correre tra i torrioni bianchi di Rocca Calascio, secondo il National Geographic uno tra i dieci Castelli più belli del mondo, dove qualcuno arriverà al tramonto godendosi il rosso che illumina le creste delle vette circostanti e la vallata. Da qui gli atleti proseguiranno addentrandosi tra le strette vie del centro storico medievale di Santo Stefano di Sessanio, da cui, dopo aver doppiato Assergi, risale la Valle del Vasto e il borgo abbandonato di San Pietro della Ienca per affrontare un altro tra gli scenari più suggestivi di tutto l’Abruzzo: il Passo delle Capannelle, al confine tra il Gran Sasso e i Monti della Laga, che prende il nome proprio dalle piccole capanne di pastori dislocate lungo tutto il territorio. E ancora giù fino a costeggiare il Lago di Campotosto per poi ripercorrere parte della Valle del Vasto e risalire al Monastero di San Giacomo. Infine, dopo aver raggiunto i tracciati da 30 e 15km all’altezza di Collebrincioni, la gara si chiuderà con l’arrivo in piazza San Bernardino, nel centro storico de L’Aquila. Stesso percorso per la 100 km, che taglierà il giro del Lago di Campotosto rientrando direttamente verso l’arrivo.

Le One Hundred World Series

Dopo il Camino Do Ouro, in Brasile, e il Douro Pavia in Portogallo, quello sul Gran Sasso è il gran finale delle One Hundred World Series, il primo circuito internazionale di trail running in montagna. Per diventare Élite bisogna partecipare alle 100miglia e alle 100km e i punti miglia sono calcolati per gruppi di età e in funzione del tempo impiegato e del distacco dal primo classificato. Ci saranno tre categorie Élite: gold (il primo 5% del ranking), silver (il 10%) e bronze (il 15%). A seconda della posizione nel ranking, si accede alla finale che, per questa prima stagione, sarà aperta a tutti. Le location e i percorsi scelti dovranno presentare dislivelli adeguati alle distanze, vere e proprie sfide in montagna. Ma il circuito punta a diventare un grande spettacolo da godersi anche in streaming. Tutte le gare vengono riprese in diretta, attraverso i droni, ma anche con bikers e runners che seguono gli atleti lungo il percorso, e trasmesse live su onehundred tv, il canale YouTube dedicato all’evento.

Joao Andrade ha dichiarato: “Per le finali delle World Series siamo convinti di aver trovato in Italia il posto più adatto, che mai avremmo potuto individuare. Non vediamo l’ora di accogliere gli atleti che decideranno di cimentarsi su queste distanze in questo splendido scenario. L’Aquila sarà per sempre la tappa finale delle One Hundred World Series!”.

Sulla stessa lunghezza d’onda è il pensiero di Camillo Franchi Scarselli:

“Non vediamo l’ora che arrivi il 21 ottobre per dare il via alla Gran Sasso One Hundred World Series. Gara che vogliamo far crescere di anno in anno, coinvolgendo atleti da tutto il mondo per dar loro l’opportunità di vivere qui un’esperienza sportiva, ma anche culturale e umana difficilmente replicabile. Voglio anche ringraziare, a nome di tutto lo Staff, la città de L’Aquila. I cui amministratori, dirigenti di associazioni, volontari e semplici appassionati ci hanno accolto con una cordialità e un sostegno straordinario”.

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