Quando il Vecchio Asino Cerca di Star Dietro ai Puledri
Ci sono gare in cui parti con un obiettivo chiaro e altre in cui il solo sopravvivere mistificandolo come allenamento di una qualche utilità diventa il traguardo. La 6 Ore di Pastrengo Trail, con il suo circuito da 7 km e 360 D+ da ripetere fino a sfinimento (o fino a quando la dignità lo permette), rientra decisamente nella seconda categoria. Sei ore in cui il mio unico pensiero è stato: “Chi me l’ha fatto fare? Io questo ritmo nemmeno in allenamento breve lo tengo” Eppure, eccomi qui a raccontarlo, con 7 giri completati in 6 ore e 13 minuti per un totale di 49 km, che mi consentono con onore (e probabilmente un onore zoppicante come la camminata di stamattina) di inserirlo nelle sacre statistiche DUV di ultramaratona.

Non dimentichiamo poi che era prova valevole per il GrandPrix IUTA Ultratrail Oxyburn, un circuito che noi della IUTA stiamo cercando di lanciare con tutta la nostra simpatia e passione. Al riguardo abbiamo già stabilito un numero record: infatti gli iscritti soci IUTA a questa gara erano ben 36 atleti, evidentemente il Montepremi in palio inizia a far gola a molti!!!
A leggere con quale naturalezza il volantino della gara descrive questo evento forse qualche dubbio dovrebbe sorgere “la Pastrengo trail è una gara di trail running su percorso ad anello chiuso di circa 7km e 350 d+ da ripetersi continuativamente nell’arco delle 6 ore”…insomma come se fosse normale routine. I 400 iscritti per questa edizione devono averlo considerato pure bello, quindi qualcosa che affascina nell’evento organizzato dai simpatici Verona Trail Runners ci sarà pure!
Giovani Puledri vs. Vecchio Asino
Partiamo dal presupposto che in classifica generale arrivati prima di me più vecchi non ce n’erano. Una notizia che si può interpretare in due modi: bene, per l’agonista che è in me (visto che tecnicamente mi hanno battuto solo corridori più giovani, compreso il mio fidato promoter IUTA Stefano Marcello Burlon che è partito come una palla di fucile e non si è fatto più vedere), male per tutto il resto, perché significa che il Panta Rei esiste eccome (e si nota come i cerchi nei vecchi tronchi degli alberi abbattuti…).

Comunque, io ero lì, a tentare di star dietro ai puledri giovani che saltellavano sui sentieri come se la gravità fosse un optional. Io, invece, ho scoperto nuovi livelli di sofferenza e di lentezza in salita oltre a sfoggiare il mio solito stile di corsa che farebbe impallidire qualunque tecnico sportivo. Un giorno qualcuno mi disse che sono come un bombo, la cui struttura alare non è adatta al volo…ma lui non lo sa e vola lo stesso. D’altra parte, il regolamento del Grand Prix IUTA Ultratrail, con il suo coefficiente legato all’età, consente anche ai veterani qualche speranza di resurrezione. Insomma diciamo che, senza questo handicap “di rispetto” per gli anziani come me, magari avrei già smesso di partecipare…
Si perché vedersi doppiare dal primo in classifica Marco De Salvador prima di metà gara qualche effetto sul morale lo ha, ve lo garantisco, che io prontamente ho riscattato con questa presa degna di un giocatore della NFL…(questo capitava in gara ve lo giuro).

Guarda le classifiche complete qui della 6 ore di Pastrengo.
L’organizzazione perfetta e… Gesù in persona
A livello di evento, tutto impeccabile: organizzazione perfetta, musica, ristori generosi tipo rave party e clima festoso, quel mix che rende le gare IUTA delle vere e proprie feste del trail running. Ma il premio simpatia va senz’altro a Gesù, un volontario ad un ristoro ufficiale, forse ufficioso, travestito (almeno spero…) che, posizionato in cima alla salita più tosta, mi obbligava a portare una pietra ad ogni giro come atto di purificazione per aver nominato il nome di suo Padre invano (e credetemi, dopo qualche ora di gara, le bestemmie partivano più veloci dei primi in classifica). Diciamo che se la pietra avesse avuto un certificato di autenticità biblica, avrei potuto rivenderla per rifarmi delle spese che questo magnifico sport comporta (mediche, assicurative, funerarie).
Conclusione: Valeva la pena?
Nonostante la fatica, la sofferenza e l’inevitabile confronto con i giovanotti scattanti, sì, ne è valsa la pena. Perché alla fine, l’ultratrail è questo: fatica condivisa, autoironia e una buona dose di empatia. Ricordo come flash stroboscopici i dialoghi con una ragazza in maglia rosa che mi impedì di allungare il percorso perché mi stavo perdendo (giuro a Pastrengo e nemmeno al primo giro, roba da far impallidire qualunque analista), con un altro anziano concorrente (parlammo di prostata, ematuria del corridore, protesi, colesterolo…insomma come i pensionati con le mani giunte dietro la schiena che guardano i cantieri). La 6 Ore di Pastrengo Trail insomma si conferma una gara da non perdere (o da non ripetere mai più, devo ancora decidere). E per il prossimo anno, prometto che se incontro di nuovo Gesù sul percorso, mi farò trovare con un sasso già pronto in tasca (e magari una fionda). Non si sa mai.






Photos courtesy 6ore Pastrengo Trail – Anna Bonfante – Elena Sartorari –
Next race? Monte Prealba Up&down…e ci risiamo, sarà un’altra pazzesca gara a tempo su e giu dal Monte! in questo evento organizzato dai Bione Trailers team potrete scegliere tra 6H – 12H – 24H – 36H e 48H!!! Ognuna di queste gare sarà inoltre Campionato Italiano IUTA, quindi godranno di un coefficiente tecnico superiore ai fini del Grand Prix. Contattateci per ogni dubbio o domanda, vi aspettiamo (anche senza pietre da portar sulla cima…)